Garibaldi non nutre velleità (come, invece, altri in Italia) di mostrarsi un musicista con pretese innovative, ma in La Frontiera si può ascoltare musica fresca, ben concepita, suonata con gusto, competenza tecnica e che non annoia anche dopo diversi ascolti, aspetto poi non così frequente da riscontrare nella recente produzione discografica italiana.
[Francesco Barresi sul blog Great Black Music di Riccardo Facchi]
Quello di Andrea Garibaldi è un disco intriso di temi e significati importanti, in parte autobiografici, oltre che di ottima musica jazz. […]
Il trio di Garibaldi, nato nel 2012, è affiatato e creativo, la sua musica gode di una buona produzione tecnica e artistica, scorre assai fluida senza perdersi in eccessivi abbellimenti e dando spazio ai musicisti (per quanto principale, non è un disco esclusivamente piano-centrico, Duke Ellington docet).
Consigliato!
[Recensione su MusicOff]
Potente, evocatica, “La Frontiera”, il brano dedicato ad Alessandro Leogrande dal trio di Andrea Garibaldi, il pianista toscano che ha intitolato proprio tutto il disco, “La Frontiera”, in riferimento al libro di Leogrande e in questa traduzione musicale anche dell’idea di questa soglia della frontiera che è capace allo stesso tempo di separare o unire il nord e il sud del mondo, insomma una storia di migrazioni, ma anche di respingimenti tradotti così con questo brano dal pianista Andrea Garibaldi insieme ai suoi compagni del trio: Fabio di Tanno e Vladimiro Carboni.
[Battiti, Radio3]
Il “raccontare” melodico di Garibaldi, sorretto dalla vivida immaginazione armonica, dall’ariosa fluidità ritmica e dallo spirito dialettico ben noti a chi lo ha avuto come partner (preziosa è la sua partecipazione al recente Travels in Europe di un altro jazzman versiliese, il bassista Andrea Fascetti), si sviluppa con eleganza e uno swing ora compassato e ora muscolare attraverso le variegate atmosfere e i suggestivi percorsi di quest’album che definisce la maturità del giovane pianista. E’ una musica, quella di Garibaldi e del suo ben rodato trio, in cui si alternano e miscelano – come in un’equilibrata raccolta di sintetiche quanto taglienti narrazioni – slanci intimistici, riflessioni gentilmente tormentose, venature nostalgiche, energiche pulsioni.
[Luciano Federighi, Liner Notes di “Passaggio al bosco”]
[La Frontiera] è un lavoro assai ben fatto, di ascolto godibilissimo e con alcuni momenti di notevole livello – penso soprattutto a “Thursday Night Blue”, ma anche a “On The Street Where You Live”. Questo nonostante non si tratti del genere di jazz che (del tutto personalmente) prediligo, cosa che secondo me aumenta i suoi pregi: è infatti difficile apprezzare qualcosa che non impatta immediatamente i tuoi gusti se non è oggettivamente ben fatta.
[Neri Pollastri]
Pianista che alla formazione jazzistica (e oltre) combina una non meno articolata educazione letteraria, Andrea Garibaldi accentua l’elemento autobiografico palpabile nell’opera di tanti suoi maestri richiamandosi spesso, nel suo repertorio originale, a aspetti di un vissuto personale, quotidiano, così come a modelli culturali e posizioni politiche che hanno avuto un ruolo rilevante nella sua crescita di uomo e artista. […]
Tuttavia l’album del giovane e brillante pianista versiliese – il secondo a suo nome, sempre alla guida di un trio dal fluido e concentrato respiro, che qui si arricchisce, nella gran parte dei brani, della presenza del sassofonista contralto, il conterraneo Telloli – reca nello stesso titolo, La Frontiera, anche il segno di una visione più ampia, il senso di quella ricerca di confini espressivi distanti quanto potenzialmente affini che è stata parte altrettanto significativa del jazz più creativo.
[Luciano Federighi, Liner Notes de “La Frontiera”]
Il pianista Andrea Garibaldi è un eccellente compositore e architetto di strutture jazz di assoluto rilievo, un band leader che sa condividere i propri impulsi nella forma più naturale dell’interplay con Fabio Di Tanno al contrabbasso e Vladimiro Carboni alla batteria, due musicisti di spessore, attenti e calibrati dal punto di vista espressivo.
[Fabrizio Ciccarelli su Roma In Jazz]
Un musicista elegante capace anche di grandi performance tecniche, ma nello stesso tempo una persona di grande sensibilità che riesce a fondere le peculiarità professionali, tecniche, con una profondità d’animo notevole”
[Bruno Pollacci dai microfoni di Animajazz & Blues Fires]
Generato in pieno solco modern jazz, La Frontiera è un album dal quale emerge un profondo rispetto verso la sconfinata tradizione jazzistica, dalla quale Andrea Garibaldi e i suoi valenti sodali traggono irrefutabilmente ispirazione. Un disco senz’altro piacevole, la cui musica è espressa con gioia e sincerità comunicativa.
[Stefano Dentice per Italia In Jazz]
Il fraseggio è coinvolgente, intimo e universale nello stesso tempo. Comunicano con un insieme di stili e convinzioni che inchiodano il pubblico all’ascolto. Un bel trio quello jazz di Andrea Garibaldi, trentenne toscano amante delle buone letture. Lui al piano, Vladimiro Carboni trascinante batterista e Fabio Di Tanno che dà man forte con un dialogante contrabbasso.
[Mauro Pecchenino su Flip Magazine]
[…] Andrea Garibaldi, coautore dell’opera e musicista che si conferma, fin dalle prime note, partner ideale per asciutta eleganza e vivida immaginazione.
[…] Poetica e mood, accompagnamento e arrangiamenti vanno, con sincrono passo di danza, a braccetto. Quest’ultimi, affidati alle mani del giovane pianista – magistrale per il senso di varietà e colore che è riuscito a infondere ai brani – dimostrano un lavorio intenso e accanito, uno studio “matto e disperato” che ha dato risultati straordinari.
[Giovanni Robino, Liner notes di “October Land”]
[…] “October Land” in compagnia del pianista Andrea Garibaldi, che gestisce con stringata e calda espressività gli arrangiamenti.
[Vittore Baroni]
“Il pianoforte di Andrea Garibaldi supporta armonicamente tutti gli arrangiamenti con grande maestria e si lascia andare ad improvvisazioni sentite e dense di passione”
[GianMaria Scattolin su Guitar Club]
“Andrea Garibaldi, altro musicista la cui cicogna si immagina sia stata dirottata dal Mississipi in direzione Serchio-Arno.”
[Amedeo Furfaro su “Il Corriere del Sud”]
“Bel concerto on line del pianista Andrea Garibaldi, mio partner in October Land (e in alcuni album precedenti). Qui, a 18 minuti e 47 secondi, c’è una sua brillantissima interpretazione per piano solo di Sicilian Nights, rielaborazione di Andrea di una composizione di Gabriel Fauré, che in October Land appare con la mia voce e le mie bislacche liriche. Tutto il resto è rimarchevole: pezzi originali di Andrea, tra eleganti melodie jazzistiche, funk (gentile) e saudade.”
[Luciano Federighi]